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166 | la croce d’oro |
Ma d’inverno non veniva, o veniva di rado e non c’interessava tanto perchè portava le olive e le olive sono amare.
Dunque si andò a trovarlo laggiù: nella valle d’inverno si sta bene, riparata com’è; le nuvole le stendono un velo attorno come ad una culla, l’acqua si ritira tutta giù in fondo e lascia le chine asciutte. Se il tempo è bello sembra di primavera; i mandorli fioriscono, illusi dal tempo come fanno i sognatori, fiorisce il vilucchio e le olive brillano fra l’erba come perle violacee.
Il vecchietto abitava una capanna proprio romantica, addossata ad un ciglione, sull’alto dell’oliveto, riparata da macigni e cespugli; possedeva anche un alveare primitivo sui cui vasi di sughero si posavano i gatti selvatici belli come piccole tigri.
Eccoci dunque laggiù: il sole riscalda fin troppo il recinto, gli olivi son tutti d’argento e il pomeriggio è così chiaro che sulle chine del monte di faccia si vedono scintillare i rivoletti e le donne raccoglier le ghiande fra l’erba.
Il vecchietto ha sparso le olive ad asciugare nel suo recinto e toglie quelle un po’