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158 l’usuraio


parlava e gli stringeva con più calore la mano: gli occhi si socchiusero, diventarono lunghi, quasi dolci, le labbra, sui denti ancora intatti, ripresero un po’ di colore; il viso bianco si compose, parve una maschera di marmo. Cosa strana: sembrava un altro, quasi giovane, quasi bello.

Il sacerdote lo guardava, senza smettere di stringergli il polso magro dentro il quale pareva scorresse una vena sola, tumultuosa e infocata. E come portati via da quell’onda di febbre mortale anche i pensieri diffidenti e i giudizi aspri del prete si dileguavano: gli rimaneva solo la pietà del cristiano vivo per il cristiano prossimo alla morte.

*

Dopo la confessione l’usuraio tenne ancora stretta nella sua la mano del prete: pareva avesse paura a lasciarlo andare o volesse ancora dirgli qualche cosa.

Di tanto in tanto sollevava un poco la testa bianca, sul cuscino rosso, e guardava verso l’armadio collocato rasente alla finestra ove le mosche, illuse dal chiarore arancione della