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152 | il voto |
Allora il padrone di Marianna si alzò e cominciò ad andar su e giù davanti alla donna, guardandosi i piedi, con le mani nelle tasche dei calzoni. La cosa era più difficile di quanto egli avesse pensato; ma tentare bisognava.
— Capirete, gente di Dio, io non posso assumermi la responsabilità. La ragazza è gravida; è minorenne. Tu, galantuomo, cosa pensi? Io spero che tua madre ti ordini di sposare Marianna.
— Mai: prima mi cascherà la lingua, — disse la donna, implacabile.
Paccianu s’era seduto sulla panca; ed ella si alzò, quasi non volesse avere più contatto con lui.
— Parla tu, galantuomo! — disse il padrone di Marianna.
Paccianu faceva scorrere da una mano all’altra il rosario lasciato da sua madre sulla panca; era livido ma fermo in viso.
— Io partirò per l’Africa con Marianna. Andremo a lavorare. Madre, maleditemi, se volete; ma io e la ragazza siamo sposati davanti a Dio.
Il padrone si fermò di botto a guardarlo: