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148 | il voto |
perchè così sperava che tu mi dimenticassi. Ma tu, no, non mi dimentichi; no, vero? Tu hai fatto voto di sposarmi, e mi sposerai: ma questo non basta. Quando la cuoca della mia padrona ha saputo questo, del tuo voto, mi disse: il suo voto non vale se non lo fai anche tu. E siamo andate assieme a San Pietro, ed io ho fatto voto di sposarti; Paccià, intendi? Ho fatto voto in San Pietro, sotto i veri occhi di Dio, e mi considero tua moglie. Intendi, Paccià, intendi? Oh Paccià!
Paccianu non intendeva: ma ella gli prese la grossa mano dura fra le sue e cominciò a lisciargliela, piano piano, con le sue dita di signorina, sottili e profumate, e pareva volesse scaldarla, quella grossa mano di pastore eremita, e rammollirla, rianimarla, come quella di un annegato; ed egli tornò a sollevarsi e con la mano libera si accomodò la berretta che gli scivolava sui lunghi capelli selvaggi.
Marianna gli parlava sul collo, piano, confidandogli il suo segreto.
— Sì, la cuoca mi vedeva triste, sempre sempre a piangere. Finalmente le raccontai