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il primo viaggio 121


«Sì, col latte! Non vedi che ha quindici anni?» — disse lo zio.

«Ne dimostra di più: è sviluppata», disse il giovane guardandomi da capo a piedi: ed io provai caldo come accanto al fuoco, sotto il suo sguardo. Era infine il primo uomo così alto e bello che mi sedeva accanto e mi rivolgeva parole gentili: inoltre saliva gente ad ogni fermata della diligenza, ed egli mi si stringeva sempre più addosso.

Si mangiò assieme, si bevette assieme: egli mi domandò se ballavo, poi disse che sarebbe venuto alla festa del nostro paese e che mi avrebbe regalato un cavallo. Se egli parlava di una cosa di sua proprietà e io dicevo «deve esser bella» egli rispondeva pronto «gliela regalo».

La zia mi guardava e sorrideva. Così calò la sera, e si mangiò di nuovo assieme; ma la zia si sentì male e lo zio la portò fuori, nei posti accanto al vetturale, per respirare meglio l’aria fresca. Io li vedevo attraverso il vetro, avvolti nello stesso gabbano, e provavo una grande soggezione ma anche un grande piacere a stare così sola a fianco del giovine. Egli non aveva cambiato posto, e un