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110 ritorno


Costantino arrivava di galoppo, sul suo bel cavallo balzano che pareva non mettesse le zampe per terra; e la sua schiena dritta e il suo viso sorridente erano quelli d’un altro uomo.

— Sentite, donna, ho pensato bene. Voi avete ragione; non devo lasciar correre mia moglie per il mondo. Ma in casa non la vogliono, avete sentito? Ebbene, io ho la vigna con la casetta, la vedete lassù sulla china sotto Monte Gudula? Che Barbara vada a star là; ecco, datele la chiave. Troverà da mangiare e da bere; che stia lì chiusa, se è vero che è pentita e vuol fare la monaca: il tempo poi provvederà.

La vecchia avvolse la chiave in un fazzoletto, guardò la vigna, ancora scura tra il verde tenero delle chine sotto i boschi che fasciavano il monte, e riprese il viaggio. Costantino l’accompagnò un tratto: era allegro, felice, pieno di speranze e di buoni propositi per l’avvenire.

— Per adesso nella vigna non c’è nessuno; ma Barbara non è donna da aver paura. Ci son poi lì accanto dei pastori miei amici che sorveglieranno. E poi.... ci sarò io.