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Fu visto l’emigrato ritornare peggio di come era partito, con una vecchia valigia legata con una corda, e vestito di una grande giacca povera tutta abbottonata: per di più, sotto il berretto a quadretti, anch’esso in cattivo stato, aveva la testa e metà del viso fasciati di garza e di bende nere: il resto delle guance azzurrognolo di barba non rasa da più giorni; mentre le mani erano bianche come quelle d’un malato. Qualcuno che credeva di riconoscerlo lo scansò, ricordandosi che il mese avanti una donna era tornata dall’estero con la lebbra: e poi anche perchè soffiava un vento furibondo, uno di quei classici aquiloni speciali del luogo, che pareva volesse davvero, come fa l’aquila affamata con gli agnelli, portarsi via la gente che si azzardava a uscire con quel tempo.

L’uomo quindi, solo, con la sua pietosa valigia strangolata, le vesti gonfie di vento, si fermò, come per orizzontarsi, nella piazzetta che strapiombava, a guisa di bastione, sopra la valle. Bellissima era la valle, nei tempi buoni; adesso, sotto la luce spettrale del crepuscolo, le cascate di olivi e i boschi di castagni si agitavano tumultuosi con un rombo metallico di mare in tem-


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