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lava d’altro, con insinuazioni maligne: tanto che egli si infastidiva e difendeva la piccola sposa solitaria, che, dopo tutto, aveva sangue vivo in corpo, e che corpo, maledetto sia Giuda, non muffito come quello di certe donne. La moglie si offendeva, replicava, lo caricava d’ingiurie, tanto che egli se ne andava all’osteria e non tornava che a mezzanotte; poi, dopo aver ascoltato la messa dell’alba, riprendeva la via dell’ovile, rigido in sella, con la barba brizzolata, sì, ma gli occhi vivi, verdi e azzurri di tutta la fresca luce del mattino.
La moglie, non avendo di meglio, andava a lamentarsi di lui con la vedova; proprio con lei. Ma la vedova, dura e fredda come uno spiedo, si limitava a dirle che gli uomini sono fatti così, tutti a uno stampo: e se si vuole passare la notte del sabato con loro non bisogna infastidirli.
Poi il soldato tornò, fatto uomo, con un formidabile appetito e una rinnovata voglia di fare all’amore con la sposa. Tutto andava bene; ma un fatto, del resto non insolito negli usi del paese, turbò di nuovo, pochi giorni dopo il ritorno di lui, l’apparente pace del cortile. Una mattina, nell’aprire la porta, mentre il marito era nel suo predio a seminarvi il grano, la giovine moglie trovò sullo scalino dove aveva passato tante ore di attesa una bambina avvolta bene in uno scialle, col visetto peloso come una mela cotogna, nascosto dalla lunga frangia della cuffia di lana.
Dormiva come nella sua culla, calda, seb-