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Questo arrivare delle coppie, e tornarsene indietro deluse, durò alcun tempo: tanto che, nelle belle e complici sere di estate, ci si divertiva ad aspettarle; e i ragazzi, già smaliziati e partecipi al fatto, le perseguitavano coi loro fischi. Sgombrati gli avanzi del muro, appianato il terreno, questo fu assegnato a noi: e sorse un altro muricciolo, con relativa cancellata; rimase il ciglione e sul ciglione i quercioli che ancora si sporgevano a guardare mandando in giù le loro ombre oramai inutili, e melanconiche anche, nelle sere di luna, quando già le coppie non venivano più neppure all’angolo della nuova strada.

Eppure qualche cosa di loro deve essere rimasta nell’atmosfera del luogo, poichè, senza contare le foglie rosse ardenti dei rampicanti della cancellata, che l’autunno fa cadere come cuori morti, un campo di tennis è sorto sul terreno del ciglione spianato; e giovani coppie, ardimentose e spregiudicate, in piena gloria di sole, vi intrecciano il gioco delle racchette e dell’amore.

Gli uomini anziani, ed anche qualche signora affaccendata, con una spazzola o l’ago in mano, guardano il campo dall’alto delle logge di ferro, seguendo con svago piacevole e quasi protettore il volo dei bei giocatori, che ricorda quello delle rondini marine sulle spiaggie solitarie; e pensano che anche per essi, i giovani, il tempo passa e un giorno chiuderà lo sbocco delle strade d’amore. Ma intanto... Intanto, da una loggia che gode la completa visione della strada nuova e del campo attiguo, un vecchio signore da poco


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