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altre quella, la sposa del suo traditore. Ma per costei ancora non era stata chiamata, e forse non lo sarebbe: si preferiva consultare il dottore, che in casi gravi funzionava anche da ostetrico e da chirurgo.

— Meglio, — disse a voce alta la giovine donna, e la sua voce le tornò indietro, vicina eppur lontana, come un’eco, dalla muraglia di rocce che si alzava sopra il sentiero a fianco della sua casa. Casa un po’ strana, grande e abitata solo da lei e da una sua serva; un tempo era stata la sede del Comune, ma da qualche anno, dopo la costruzione del nuovo Municipio, veniva offerta gratis ai dipendenti di questo. Nessuno però la voleva neppure la maestrina, perchè le stanze erano grandi e, d’inverno, gelate, e piene di topi e di scarafaggi. La serva non chiudeva occhio quando la signorina doveva uscire di notte per il suo mestiere; e Giovanna, a sua volta, sebbene coraggiosa e senza pregiudizi, possedeva una rivoltella col relativo porto d’armi.

La rivoltella è lì, anche quella sera, sulla tavola da pranzo che serve da scrittoio, come la grande stanza, terrena, è adibita a uso di salotto e, occorrendo, da sala e ufficio di consultazioni. Un lume a petrolio rischiara la stanza; le finestre sono chiuse, sebbene la notte, fuori, sia già un po’ calda, ricca di luna e di stelle.

Ma Giovanna aveva paura più delle stelle e del profumo del tasso e del lamento dell’assiolo sul ciglione, che dei malviventi notturni. Il pericolo, e pericolo di morte, e di cose più terribili ancora della morte, era nel silenzio di quelle

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