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vine pianta, — basta che non gli si stronchi l’estrema cima. Per il resto fa da sè. È una pianta che dura migliaia di anni. Anzi è precisamente al suo centesimo anno di età che fiorisce per la prima volta. Io non conosco questo fiore: non ne ho mai visti: ma deve essere bello e grande come una bandiera azzurra. Dicono che sulle colline di Gerusalemme, ancora esiste un cedro sotto il quale andava Gesù coi suoi discepoli, nelle notti lunari di estate: speriamo che anche questo campi altrettanto: e che i nipoti dei suoi nipoti, signora, lo conoscano in buona salute».

In buona salute, intanto, lo conoscevano per primi i nostri bambini, che vi giocavano attorno, e crescevano con lui. E come il tempo passa! Ecco, l’albero pare non abbia veramente molta voglia di crescere: s’indugia, quasi ad aspettare che i ragazzi lo raggiungano almeno fino all’altezza del tronco, e abbiano modo di giocare con lui attaccandosi ai suoi rami per fare l’altalena. Ma lavora di nascosto: se si scrosta un po’ la terra, ai suoi piedi, si vedono le radici già grosse più degli stessi rami; e vanno in profondità, queste radici, prendendo possesso di tutto il terreno intorno. E si diverte a lavorare anche quando non è quotidianamente sorvegliato; poichè ogni anno, al ritorno dalla villeggiatura, i ragazzi osservano che il loro amico è cresciuto al doppio di loro; è diventato il loro fratello maggiore, e adesso bisogna fare un grande salto per arrivare ai suoi rami; e poi non ci si arriva più, e se si vuole abbracciarlo o averne dimestichezza bisogna arrampicarsi sul suo tronco e gareggiare in robustezza con lui. Ma l’amicizia


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