Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/95


freddo 87



*


Mauro spronava il cavallo, su, su, attraverso l’altipiano gelato. Il cielo s’abbassava sempre più; nuvole bianche passavano, pesanti e fredde come blocchi di neve, sullo sfondo bianco dell’orizzonte. Le montagne, in cerchio, si guardavano livide di freddo, mandando le une verso le altre enormi soffi di vento gelato: le quercie nere, lungo la strada, tremavano con brividi possenti, e pareva volessero vendicarsi del tempo, sferzando con le fronde più alte le nuvole in corsa.

A Mauro tornava in mente la frase rassegnata della sua giovine amante. Ella doveva averla presa dalla vecchia canzone:

Cando as a battire aneddu
pro isposare cun me,
Sa turulia at a tesser....

— Sì, ella è ragionevole: perciò le voglio bene. Come si fa? Un ricco proprietario, figlio unico, nipote unico, un proprietario di cento pecore e di duecento porci non può sposare una serva, una giovinetta straniera.... Uno della mia razza....