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E i servi mangiavano, bevevano e stavano zitti.
Ma zio Larentu poi s’inteneriva, e diceva:
— Chi volete che aspetti? Sono solo. Ah, l’anno scorso chi credeva che questa Pasqua sarebbe trascorsa così? Voi siete tanti miserabili, tanti pezzenti, ma anche gli apostoli chiedevano l’elemosina e Gesù Cristo sedeva in mezzo a loro. Con ciò non voglio dire che io sia Gesù Cristo, ma voi siete qui intorno come gli Apostoli, e mangiate il mio pane ed i miei agnelli. Rispettate dunque il vostro padrone, perchè altrimenti io vi infilo nello spiedo, sparo contro di voi, vi schiaccio.
— Ma — chiese Nofre — quando sparate? Prima o dopo averci infilato nello spiedo?
Qualcuno rise, nascondendosi dietro le spalle dei compagni.
— Chi è che ride? — gridò il padrone. — Tu sta zitto, Nofre, bocca di forno! Io t’infilo vivo nello spiedo, ti sparo contro prima e dopo. Oh che! Oh che! — cominciò poi ad urlare. — Chi è che ride? Chi ride del suo padrone? Io vado e prendo l’arma.
S’avviò barcollando verso l’angolo della porta, ov’era appeso il fucile; ma i servi lo rattennero e lo calmarono. A poco a poco egli
Deledda, I giuochi della vita. | 5 |