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Zia Coanna, aiutata da una giovine serva pallida che aveva due grosse trecce avvolte intorno al capo, cucinava i sanguinacci e i visceri degli agnelli. Nofre, un servo scarno e terreo, dall’enorme bocca ombreggiata da radi baffi nascenti, aiutava le donne.
I servi speravano che Andrea sarebbe venuto, e se ne rallegravano.
Ma le ore passavano e Andrea non veniva. Numerosi mendicanti s’aggiravano intorno allo stazzo, chiedendo l’elemosina con una certa insolenza. Ed essendo Pasqua, veniva loro distribuito pane, vino e carne in abbondanza.
Zio Larentu però s’inquietava: Andrea non veniva; o che forse occorreva tirarlo pei capelli, quello straccione? Però zio Verre aspettava sempre, e non beveva.
Verso mezzogiorno chiamò in disparte zia Coanna, e dopo qualche esitazione le chiese consiglio.
— Dobbiamo mandare a chiamarlo? Cosa ne dici tu?
— Io dico di no.
Allora egli s’adirò.
— Tu dici di no, vecchia maliarda? Oh credi tu che io sia ubbriaco? Io dico di sì, invece,