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lo stradale regio, l’appaltatore viaggiò una volta con zio Verre, il quale allora era povero. L’appaltatore, si dice, aveva in tasca trentamila lire: fu trovato ammazzato. Or bene, si dice ora che zio Verre, quando è ubbriaco, non parli che di questo fatto, e voglia saltar a cavallo per ritornare nel luogo ove l’appaltatore fu assassinato. Dicono: il rimorso! Un cavolo! Io credo invece si tratti di un fenomeno di alcoolismo, se pure è vero che zio Verre parli così. Egli è suggestionato dalle dicerie sciocche del paese, e quando è ubbriaco si crede colpevole. Mi pare d’aver letto che un simile fenomeno avviene in alcuni alcoolizzati.

— Credo d’averlo letto anch’io, — disse Andrea. E cominciò a difendere “quell’uomo„ con tale veemenza, gridando contro i pettegolezzi del piccolo paese, che il suo volto si fece livido, la sua voce rauca.

Il Tedde lo guardava fisso, inquieto. Gli pareva che nel cervello del suo antico scolare scoppiasse il terribile germe della pazzia.

Ritornato a casa sua, Andrea andò subito a letto e s’addormentò profondamente. Era stanco morto.

Ma a notte alta si svegliò come da un in-