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distrarre il giovine: — Vuoi vedere la mia casa? — gli domandò.

Le stanze, arredate con un certo lusso, odoravano ancora di calce, di legname nuovo: i letti erano coperti di stoffe orientali, a smaglianti strisce turchine e gialle.

Ma invece di distrarsi, Andrea diventava più triste.

Ritornati nella stanza da pranzo, il Tedde depose il lume, e disse:

— Ora cerchiamo il miglior modo di rappacificarci con zio Verre. Credo la cosa facile. In fondo quell’uomo non è cattivo; è solamente debole; non si decide mai se non è spinto da questo o da quell’altro.

Andrea guardava con attenzione strana una credenza di legno bianco lucido, e non rispose.

Il Tedde proseguì:

— Ora zio Verre s’è dato al vino ed ai liquori. Beveva molto anche prima, ma ora, dopo la morte della moglie, è sempre ubbriaco d’acquavite. Bisogna cercarlo in un momento lucido; ma io credo che appena ti vedrà si commoverà.

— Mai! Io non voglio vederlo!

— Come? E dunque vuoi che egli si umilii