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318 mentre soffia il levante


vorrei pensare alla morte, giusto in questa notte di gioia e di vita ma, giacchè lo desiderate, vi dico: non m’importa proprio niente che il nostro corpo resti intatto o si dissolva. Che siamo noi dopo morti? Niente. Importa che il corpo sia sano e vigoroso durante la vita, per lavorare e godere…. null’altro!„

Il contadino replicò. Pietro ribatteva sempre il tasto dei piaceri e delle gioie della vita: i due vecchi fratelli l’applaudivano; anche il cieco dava segni d’approvazione. Il contadino fingeva di arrabbiarsi, ma in fondo era contento che suo genero si rivelasse un buon poeta. Eh, avrebbe continuato la gloria tradizionale della famiglia!

Ma mentre cercava di dimostrare la vanità dei piaceri del corpo, zio Diddinu beveva ed incitava a bere. Verso le tre dopo mezzanotte tutti erano ubbriachi; solo il cieco, formidabile bevitore, e Pietro, che aveva bevuto poco, conservavano la loro lucidità di mente.

Pietro però s’era inebbriato del suo canto, ed a misura che l’ora passava, fremeva di gioia ricordando una promessa di Maria Franzisca. A poco a poco la voce dei cantori si affievolì; il vecchio cominciò a balbettare; il giovane finse di cadere dal sonno. Finirono