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302 colpi di scure


— Ho detto di nooo! — grida il vecchio. — Latte da me non ne prendi, come è vero San Francesco! Beviti un po' di polvere da sparo sciolta nel petrolio, se hai sete. E va al dia volo, tu e chi ti ha trasportato qui.

Il giovane non capisce niente del dialetto rude di zio Cosma; sorride e, sempre mostrando la bottiglia, si mette a sedere presso il vecchio.

— Latte? — chiede con voce un po' gutturale.

— Un colpo di fucile, se lo vuoi? Chi sei tu, immondezza?… Sei un uomo tu? — chiede zio Cosma con sovrano disprezzo. — Tu hai gli occhi azzurri, i piedi e le mani che sembrano culle: sì, in verità santa, le culle di sughero, appese con corde di pelo alle travi delle case di Onanì, sono più piccole delle tue mani. Sì, guarda pure questa tabacchiera: è di corno, sì, di corno. Tu sai cosa sia il corno, le corna? Hai moglie?

— Cosa?

— Come ti chiami?

— Cosa?

— Non capisce niente! — grida zio Cosma, ridendo. — E questi sono uomini? Avete voi mogliera?