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Il vento scuote i fucili e le leppas del vecchio pastore pendenti da un enorme elce di Monte Albu: par d'essere sotto le sacre quercie dei Druidi, ornate d'armi fatidiche, nelle foreste della Gallia primitiva. Ed anche il vecchio, seduto sulle radici dell'elce e intento a incidere uno strano disegno su una tabacchiera di corno, ha un'aria sacerdotale: ha gli occhi obliqui sotto l'ampia fronte solcata da rughe scure, un gran naso aquilino e la barba grigio — rossastra, le cui punte formano due grossi riccioli e gli arrivano fino alla cintura.

Le greggie meriggiano all'ombra delle roccie, sulle quali sorgono elci selvaggi che fremono al vento. In fondo al bosco s'odono ininterrotti colpi di scure, ripetuti dall'eco, e pare che tutta la foresta ne tremi.

Squadre di carbonari e di scorzini abbat-