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lo studente e lo scoparo 291


— Ammalato! Ammalato! Molto ammalato, figlio del mio cuore! Ah, questa tosse! Mi pare che qui, entro il petto ed in gola, ci sia una sega che lavori continuamente. Io conoscevo tuo padre, sai. Era un benefattore…. oh…. questa tosse….

— Ma perchè non prendete qualche cosa, zio Pascale? — chiese Lixia, al quale il vecchio destava pietà e disgusto.

— E cosa vuoi che prenda? Ho provato la medaglia di Santu Pascale, ho provato il verbasco bollito, gli impiastri di lino…. tutto ho provato…. ma vuoi sentire cosa è? È la morte che viene….

— Con chi vivete? — ripetè lo studente giornalista, saltando a sedere sul muro.

Il vecchio scoparo cominciava ad interessarlo: gli pareva d’intervistare in lui il più autorevole rappresentante d’ una razza sconosciuta. Eppure quante volte, prima di partire per gli studî, e durante le vacanze, non aveva egli veduto il vecchio scoparo e cento e mille altri campioni di quella razza alla quale egli stesso apparteneva?

— Da quanti anni fate lo scoparo?

— Da molti, molti anni, ti ho detto! — rispose il vecchio, ripetendo quel gesto vago