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il fermaglio | 277 |
gnava di trovarsi davanti a un muro altissimo che minacciava rovina: voltarsi indietro non poteva, perchè un fantasma terribile lo seguiva; e il muro, alto, grigio, screpo lato, gli incombeva sul capo. Il fantasma era lei, col ventaglio rosso, con la collana d’ambra e le scarpette gialle.
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Disperazione attese invano l’arrivo delle cartoline illustrate, indirizzate a Francesco. Ne giunsero allo zio Ottavio, il mercante, con soldati che facevano le boccacce, e con donne molto belle e quasi nude; ne giunse una allo zio Sandrin con un pretone che beveva da un fiasco, e un’altra, molto divertente, con un asino vestito da uomo; poi anche due alla zia, una che a tirare un filo diventava un palloncino, l’altra con una rosa adorna di un nastro azzurro (anzi la zia staccò il francobollo, e lesse ciò che v’era scritto sotto), ma a Francesco niente. Come era brutto, Francesco! Sempre più brutto. Disperazione lo guardava e aveva paura: sopratutto paura di quei piccoli occhi verdi, ferocemente disperati. Una volta ella lo udì raccontare a