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il fermaglio 273


spiegava cautamente, aprendo già le narici, udì le voci di Francesco e di Eva, e intravide i due giovani che passavano dietro le macchie.

Dove andavano, assieme, a quell’ora? Eva parlava piano, ma con indifferenza:

— Domani mattina parto: vado fino a Casalmaggiore sul carrettino di Anacreonte Taverna.... Ti manderò....

— Verrò a Milano, anch’io.... verrò a trovarti, tesoro.... — diceva Francesco. Anch’egli parlava piano, ma la sua voce non era la sua voce solita: Speranza non avrebbe saputo dire perchè, ma sentiva che quella voce non era la solita voce del giovinetto.

E poi perchè egli chiamava Eva “tesoro?„ Chissà, forse come la nonna chiamava lei “viscere belle„ quando voleva la scodella piena di vino.

— ....ti manderò una cartolina illustrata, caro, — Eva proseguiva.

Una cartolina illustrata? Benissimo. Eva non aveva finito di dirlo, che Speranza pensava al modo di poter prendere la cartolina dalla tasca della giacca di Francesco…. Piacevano tanto, a Speranza, le cartoline dove c’erano i gattini che leccavano i piatti, o una casetta fra due alberi, o una donna tutta ricciuta, con