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270 | il fermaglio |
vano vedersi, e accennò alla camera della vecchia, dove Speranza era poco prima entrata con la scodella piena di vino.
— Vieni stassera, verso le nove, sull’argine, sopra la fuga,1 — disse Eva a bassa voce: poi entrò nella camera, e chiacchierò con la vecchia nonna, che profittò della visita per pregare “viscere belle„ di portare altre due scodelle di vino.
La fanciulla e la vecchia rimasero sole nella camera; Francesco, appoggiato alla porta, sentiva il suo cuore battere dolorosamente.
*
La notte calava, scura e dolce come un velluto. L’acqua spegnevasi, diventava incolore sotto il ciclo incolore. Dai boschi cedui, dalle macchie della riva, aggrovigliate, simili a nuvole ferme sull’ultima linea ancora argentea dell’orizzonte, saliva un profumo caldo e snervante. Tintinnii di sonagli sull’argine, e il fragore lontano d’un molino interrompevano il silenzio profondo della riva.
Disperazione attraversò l’argine, scivolò per
- ↑ Strada in salita.