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il fermaglio | 267 |
cappellone e col fermaglio; ma sotto le falde rovesciate c’era, invece della testa di Speranza, il viso, gli occhi provocanti, il sorriso voluttuoso di Eva.
Il cuore gli battè tutta la notte, e fu durante quelle ore d’insonnia ch’egli immaginò di offrire un dono alla fanciulla, poichè ella aveva detto a parecchie ragazze, che il suo innamorato di Milano le aveva regalato tante cose belle.
— Io ti farò un regalo, — egli le disse appena la rivide, — ti darò una cosa più bella e più preziosa di tutte le cianfrusaglie che ti ha dato l’altro…. Un oggetto d’oro…. Tu non credi! — egli esclamò vedendola sorridere. — Tu credi che io non possa avere un oggetto d’oro? È l’unica cosa che ho; era di mia madre.
Eva sorrise ancora: non gli chiese perchè non gliene aveva parlato prima, perchè non glielo aveva regalato prima, quell’oggetto d’oro: a che avrebbe servito questa domanda? Il passato era tanto lontano! Ella guardò Francesco, e vedendolo così giallo, così magro, col viso osseo che già sembrava il viso d’uno scheletro pensò:
— Fra poco egli morrà; è meglio che l’a-