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il fermaglio 261


Al solito, nessuna risposta. Egli aspettò ancora un po’, assalito improvvisamente da un tremito nervoso.

— Voglio…. voglio sapere…. — disse fra sè alzandosi. S’avvicinò all’uscio e vide Speranza arrampicata, quasi sospesa sulla spalliera di una seggiola, davanti ad una piccola acquasantiera. La nonna, col gran viso roseo venato di rosso e di violetto, sonnecchiava nel suo lettuccio un po’ puzzolente: un disordine indescrivibile regnava nella camera; i cassetti del canterano erano tutti aperti.

Dall’ uscio Francesco vide il suo viso riflesso nello specchio posto sopra il canterano, e provò una grande tristezza. Ah, com’egli era diventato brutto! Eva, vedendolo, non l’avrebbe riconosciuto neppure. Quasi senza accorgersene egli s’avanzò nella camera, e andò a guardarsi nello specchio, sporgendosi sul cassetto aperto.

Speranza tremò, spaventata, e volò giù dalla sedia: una farfalla non lo avrebbe fatto più lievemente e più silenziosamente. Ma subito, vedendo Francesco intento a guardarsi, si rassicurò e si mise dietro il giovine.

Lo specchio alquanto inclinato rifletteva le due figurine così diverse: Francesco magro,