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il vecchio servo 251


— Ma la bisaccia? La bisaccia? — gridò la padrona.

— Non aver paura, Pasqua Ara. La bisaccia è in salvo, così sia salva l’anima mia.

Entrarono, chiusero la porta.

— Senti, — disse il servo alla padrona, — Basile è stato derubato; io non ho fatto in tempo a soccorrerlo, m’era venuto male e m’ero sdraiato sotto un albero. Si vede che il ladro ha poi lasciato libero il cavallo, il quale ha ritrovato da sè la via ed è arrivato prima di noi. lo ho un sospetto; se tu mi prometti di non chiacchierare, io forse scoprirò il ladro, e se lo scopro lo denunzio subito alla giustizia, sia pure il mio migliore amico. Te lo giuro sulla mia coscienza.

La vecchia promise di non chiacchierare con le vicine e il servo uscì e s’avviò verso la casa dell’amica. Ma invece di entrare s’appiattò dietro la muriccia del cortile e attese.

Il villaggio taceva, la notte era afosa; di tanto in tanto la luna appariva fra le nuvole e illuminava i tetti coperti di erba, le straducole polverose.

Verso le dieci un uomo con un sacco sulle spalle si fermò davanti alla porta dell’amica di Sidru. Il vecchio servo riconobbe il figlio