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242 | il vecchio servo |
tro che cane. Ah, se non vi avessi voluto bene!
Cammina e cammina, padroncino e servo arrivarono al paese: era già sera; la luna nuova illuminava con un crepuscolo verdognolo le casette nere del villaggio.
Sidru lasciò che il fanciullo s’avviasse alla casa degli Ara, ed egli entrò dalla sua “amica„.
Pareva un cane frustato, ma “l’amica„. una donna anziana che aveva un figlio discolo, lo accolse benevolmente e lo confortò.
— Siamo amici da vent’anni, — ella disse, — e non è per un po’ di latte e di cacio fresco che io ti voglio bene.
— Fra giorni ti porterò un agnello, — promise tuttavia il servo.
E i due vecchi amanti si lasciarono più amici di prima.
Per rassicurare la vecchia padrona Sidru credè opportuno lasciarsi vedere. Non l’avesse mai fatto! Basile diventò livido e si mise a urlare come un piccolo dannato.
— Tu mi vieni dietro, vecchia volpe? — gridò, ripetendo le ingiurie del nonno. — Perchè? Sono forse una lepre che mi si debba inseguire? Ti caccio via io, capisci? Vattene via, vattene via, cèrcati altro servizio.