Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/240

232 padre topes


so il peccato. Ed egli non voleva più peccare: egli ora voleva vivere cento anni e poi altri cento anni nel convento, in una grotta, in cima ad una rupe, come san Simone sulla colonna, per espiare i peccati suoi e quelli di suo padre. Dopo una settimana però, si sentì più calmo e partì. Un filo di speranza lo guidava: Dio misericordioso l’avrebbe aiutato.

Anche questa volta il cielo incurvavasi come una volta argentea al disopra dei rami contorti del bosco, ed un soave odore di violette e di mughetti profumava l’aria fresca dell’alba rugiadosa.

Ma Padre Topes cominciò a turbarsi nel re spirare la fragranza del bosco: ricordava il profumo di quella donna; e sentiva il suo cuore stringersi, stringersi, farsi piccino come una bacca d’agrifoglio. Una tristezza mortale lo avvolse.

Arrivato in fondo alla montagna, si fermò come l’altra volta, sotto il grande elce dai bassi rami, vicino alla fontana.

Il paesello taceva, lievemente colorato dal riflesso dell’aurora.

Come l’altra volta, la fanciulla alta e formosa, dagli occhi turchini e le labbra rosse, venne ad attingere acqua alla fontana. Ve-