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padre topes 229


Sei un bambino innocente, tu; sei innocente o no?

— Sì, — egli disse, pallido e tremante, respingendola debolmente.

In quel momento s'udì battere alla porta, ma la donna finse di non sentire; e tornò a curvarsi, prese le braccia del frate, se le cinse al collo e baciò sulle labbra la povera creatura smarrita.

Egli chiuse gli occhi e due lagrime gli rigarono le guancie tremanti.

— Baciami, — diss'ella, con una specie di delirio. — Suvvia, non piangere, non aver paura. Il peccato non esiste. Cosa è il peccato? Baciami. Egli la baciò.

E rimase due notti e due giorni nella casa fatale. Spesso udiva battere alla porta, e tremava tutto, ma la donna rideva e lo rassicurava.

— Quando non apro, vedono bene che c'è gente e vanno via! — gli diceva sfacciatamente.

La terza notte lo mandò via.

— Va, — gli disse, — ritornerai un'altra volta. Ora va.

Egli le lasciò tutto ciò che aveva nelle bisaccie.