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i giuochi della vita 155


Il Calzi si mise a fianco di Goulliau che gli disse:

— Dall’altra parte! Sei poco galante, caro mio. Tu non farai mai carriera.

Il Calzi passò vicino a Carina.

Anche il Corso era quasi deserto, vuoto, col lastrico fangoso e sporco: sembrava un immenso andito, sotto la lontana vôlta del cielo nero, con le lampade immobili, pallide e giallognole fra la nebbia.

— Come vanno i suoi matrimoni? — chiese Carina.

Il Calzi, che si fermava davanti a tutte le vetrine, il cui riflesso faceva scintillare il suo monocolo, cominciò a ridere di soddisfazione e di piacere per la domanda della giovine signora.

— Benissimo! Benissimo! Solo che.... che c’è troppo da scegliere; ci vogliono più francobolli che altro. Ma perchè lei non s’è messa la mantella che aveva l’altra sera? Non ha freddo così?

— E pare che non mi guardi! — disse Carina. — Dunque, dunque, cosa si conclude?

— Niente ancora. Pazienza e sangue fresco, diceva l’apostolo santa Barbara. È un giuoco