Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/162

154 i giuochi della vita


— Calzi! — chiamò il giovine.

L’altro si volse: era un individuo d’età incerta, avvolto in un mantello turchino, di quelli che si usavano quindici anni fa; un tipo d’ebreo biondo con un piccolo cappello duro posato un po’ indietro e un po’ a sghembo sui capelli rossastri divisi da una larga scriminatura. Sull’occhio destro teneva il monocolo, che lo costringeva ad un continuo sogghigno.

— Come va? — chiese, volgendosi verso Goulliau.

Egli non guardava mai in viso Carina, sebbene fossero amici da molto tempo, e mai le rivolgeva per primo la parola.

— Che cosa fai? — chiese Goulliau. — Che cosa scopri di nuovo?

— Sai, — rispose l’altro con grande serietà e importanza, — da questo pizzicagnolo ho scoperto una bellissima cosa: il salame di Viadana!

— Davvero?! — disse Goulliau, fingendo una grande sorpresa. — Ed altro, cosa?

Intanto guardava anch’egli nella vetrina, ma la moglie lo tirò per il braccio.

— Andiamo, — disse, — perchè guardate queste porcherie?... Venga con noi, signor Calzi, altrimenti vada a farsi benedire....