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138 | la morte scherza |
Rosa, che fingeva di dormire, si sentì battere violentemente il cuore, ma attese ancora prima di muoversi. La vecchia non respirava neppure
— Che sia morta? — pensava Rosa.
— Questa sera mi ha parlato più teneramente del solito. “Rosa, mi disse, povera Rosa di maggio, abbi pazienza: tu ti sagrifichi giorno e notte per me, ma la ricompensa non ti mancherà, nè in questo nè nell'altro mondo. Va, io ho pensato a te fin da quando eri bambina.„
Queste parole palpitavano nel cuore di Rosa e le davano una ebbrezza di gioia; ella non vedeva l'ora di ripeterle ad Antonio-Maria, e le parve un sogno quando potè alzarsì ed accertarsi che la vecchia aveva gli occhi chiusi, la bocca chiusa, le mani stecchite abbandonate sulla ruvida coperta. Il grosso rosario nero caduto per terra, pareva un piccolo serpente addormentato.
Ma alla sua gioia Rosa sentì mischiarsi una misteriosa paura.
— E se fosse morta? Devo chiamarla? Ma…. e se si sveglia?
Uscì cautamente, scese fino ad uno scoglio che pareva un enorme dente nero cariato, e si trovò fra le braccia di Antonio-Maria.