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88 grazia deledda

non ve lo figurate, permettete che non ve lo dica io, perché ciò ci farebbe piangere dirottamente tutti, voi e me; e noi abbiamo bisogno di coraggio e forza per continuare la narrazione di questa storia, tanto pietosa quanto vera, che io ho tratto da un libro di cronache, scritto da un fra’ Picchio, monaco in un convento di uccelli e morto di fame durante la terribile carestia dell’anno mille.

La gallina e la tortora erano indietreggiate. Ormai pensavano che gli ossi della galleria erano ossi, e facevano l’esame di coscienza. Solo il pettirosso restava nascosto nel suo cantuccio, cogli occhi in su.

— Comare Loccasa, ora a voi! — disse il volpone, apostrofando la gallina.

Lei non si mosse, ma il giudice non ne fece caso, e cominciò:

— Voi siete la piú grande pettegola del mondo; siete un pessimo soggetto. Su voi si hanno grandi accuse e gravissime imputazioni. Cose proprio da far rizzare i peli della mia coda. Ma lasciamo stare. Io vi perdonerei ben volentieri ogni cosa, se non altro per il grazioso invito che ho da voi oggi ricevuto, ma non lo posso; contro di voi c’è un capo di accusa che vi atterra: voi siete la pietra