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42 | grazia deledda |
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Quando per l’intervento della magnifica figlia del Mandarino, Giaffà fu calmato con un bicchier d’acqua di cedro e quattro cavallette rosolate nel succo del fiore di loto — che là sarebbero come le nostre pagnottelle imbottite — lo sciocco cominciò a spiegare il suo giuoco del granello di riso e della scacchiera che aveva imparato dall’amico studioso.
— Però, disse Giaffà, questo è un segreto molto difficile che non bisogna svelare a nessuno. Se qualcun’altro molto fidato della Corte vuole assistere, venga pure, ma con la promessa che ne parli soltanto ai suoi amici piú fedeli: e che questi a loro volta s’impegnino a confessarlo ai loro amici piú seri e meno sospettabili. Se no, che segreto è?
— E qual’è il premio che vuoi, Giaffà, per questo tuo meraviglioso gioco?
— Mi accontento che mi si diano tutti i granelli di riso che risulteranno dalle addizioni della scacchiera, — e spiegò il gioco.
Il Mandarino rise di compassione sapendo che