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ultime avventure di giaffà 37


— Tu dovresti prestarmi questa scacchiera per un giorno. Vorrei proprio studiare bene questo gioco — fece Giaffà. L’amico gliela prestò e Giaffà andò difilato dal Mandarino.

* * *

Il Mandarino non era piú quello che con i suoi ufficiali aveva interrogato ed esaminato Giaffà quando aveva commesso le baggianate di cui vi ho parlato nelle sue prime avventure. Era un suo cugino con gli occhi dritti, la pancia gonfia, coperta da una tunica di seta rossiccia, che pareva davvero un mandarino. Giaffà arrivò al suo palazzo fra le mimose e il tetto arcuato e spiovente fatto di lastre di lavagna. Io so bene, miei diligentissimi scolari, che voi avete il desiderio che tutti i palazzi del mondo vengano ricoperti da lastre di lavagna perché almeno non ce ne sarà piú una da mettere nelle vostre scuole.

Il Mandarino aveva molto da fare perché doveva ordinare il taglio di diecimila teste di sudditi cattivi e non poté ricevere subito Giaffà. Giaffà si mise a sedere — a sedere per terra su una prezio-