avuto paura di metterci il piede: come si ha paura di entrare in una stanza di qualche nostro bambino, e peggio, di qualche nostra fanciullina che pure dovrebbe essere per natura un po’ ordinata: e capita, voi non lo sapete, ma lo sappiamo noi, che fra tutte quelle cianfrusaglie raccolte come da una gazza, l’unico posto da mettere le mani, è nei capelli. Passiamoci sopra, ora.
Dunque, Giaffà aveva in quel suo ripostiglio: chiodi, pezzi di spago, scatolette inutili di lacca, piccoli crocefissi senza la dolorosa statuina, uno zoccolo di feltro pescato chi sa dove, insomma una vera fiera. Voi avete bene capito — quanti di voi piccoli che leggete non siete un poco pasticcioni come Giaffà? — avete capito che Giaffà quando gli dicevano di tenere bene bucato l’innaffiatoio, andava con un’aria di trionfo nel suo ripostiglio, tirava fuori dalle sue ferramenta un chiodo e bucava l’innaffiatoio davvero, sotto.
Poi incominciava a innaffiare. Io vi vedo ridere perché osservate che quando l’innaffiatoio giungeva a quei meravigliosi tulipani d’oriente o a quell’insalatina cosí trasparente che pareva illuminata da una lampada verde, acqua non ce n’era