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son giaffà o non giaffà? | 111 |
ora su un ginocchio ora su un altro come faceva appunto quello scroccone di A gara.
Il sapiente prestò i dieci soldoni che allora valevano almeno le diecimila lire di oggi. Ma la burla li valevano.
Quando Giaffà fu lontano, alla distanza di qualunque rincorsa o di qualunque freccia, si voltò e vide che il sapiente, a gambe larghe sotto la veranda dondolava il capo mostrando d'aver capito proprio all’ultimo momento che l’imbrogliato era stato proprio lui.
* * *
— E ora tocca a Si-moi — mormorava Giaffà allegro.
— Mio Si-moi — gli disse toccandogli il codino con molta gentilezza come era abituato a fare Agara. — Non credi che sia il caso di pienare questo nostro pomeriggio, dopo aver fatto i compiti della scuola, con qualche piacevole computo?
— Sí, — rispose Si-moi, — Agara mio.
Fecero insieme il computo. E furono contenti di aver risolto un problema molto difficile: «quante volte sta un codino in un mestolone».