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I due giovanotti ridevano, bevevano, e se occorreva chiudevano davvero un occhio e magari tutti e due sulle debolezze dei Portolu e dei loro amici.

A proposito di amici, vennero a trovar Elias anche quelli dalla cui mala compagnia egli e la famiglia facevano dipendere la disgrazia: e nonostante i suoi propositi, di non riceverli, anzi di chiuder loro il portone sul muso se si azzardavano di venire, egli li accolse cristianamente, e zia Annedda diede loro da bere.

— Che cosa si vuol fare? — disse lei, quando se ne furono andati. — Bisogna esser cristiani, bisogna compatire. Che Dio li perdoni!

— Eppoi è meglio star in pace con tutti. Il Signore comanda la pace, — rispose Elias.

— Che tu sii benedetto, Elias, tu hai detto una grande verità.

Ah, come si sentiva contenta zia Annedda quando il figliuolo parlava di Dio! E quando lo vedeva tornar dalla messa; e quando egli leggeva in quel grosso libro nero, portato da quel luogo!

— Che Dio sia lodato! — pensava tutta commossa, — egli torna ad esser buono come lo era da bambino.