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il color della cenere. Rossi bisogna essere per esser uomini. Li vedi tu questi giovanotti? Così rossi bisogna essere. Ebbene, voi diventate anche più rossi, che diavolo! Vi vergognate per le parole di zio Portolu, forse? Eh, egli ne ha fatto arrossire altro che voi! Ha fatto arrossire dei dragoni, zio Portolu. Voi non sapete chi è zio Portolu? Ebbene, ve lo dico io: sono io.
— Con piacere! — dicevano i due giovanotti, inchinandosi e ridendo. Si divertivano, e il vino di zio Portolu era davvero buono, frizzante e aromatico.
Zio Berte si pigliava la libertà di mettere le mani addosso ai carabinieri.
— Cosa vi credete, voi? La forza! Un corno di capra! Aspettate che vi tolgo questo coltello lungo, questa pistola, questi bottoni: che resta di voi? Un corno, ve l’ho detto. Proviamo a mettere queste cose a Elias, a Mattia, a Pietro mio: eccoli, sono migliori di voi. Tre fiori, tre colombi. I figli miei! Ai figli miei voi non avete da dir nulla. Essi non hanno bisogno di andar a rubare, perchè noi ne abbiamo della roba, anche da gettarne ai cani ed ai corvi.
— Bumh!... — diceva Elias, seduto silen-