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tosto si alzava tra il rispettoso e il beffardo, veniva sul portone e li invitava ad entrare.
— Ben venuto il Re, ben venuta la forza! — gridava. — Entrate dentro, qui, giovani, venite a bere un bicchiere di vino. Oh che non volete entrare? Oh che credete d’essere in una casa di assassini o di ladri? Galantuomini siamo noi, e voi non avete da porre il naso nelle nostre faccende.
Quelli, due giovanotti rossi e grossi, si degnavano di sorridere.
— Entrate o non entrate? — proseguiva zio Portolu. — Vi tiro? Volete che vi tiri? Ma badate che io resto col pezzo in mano. Se non volete entrare andate al diavolo. Vino buono ha, zio Portolu!
Quelli finivano per entrare: ed ecco tosto zia Annedda con la famosa caraffa.
— Viva il Re, viva la forza, viva il vino! Bevete, che la giustizia vi percuota....
— Oh, oh, — osservava Mattia, se c’era. — cosa dite, babbo mio! Allora si percuotono da sè stessi.
— Ah, ah, ah!
— Non c’è da ridere. Bevete, figliuoli miei. E bevi anche tu, Mattia, chè ti fa bene alla testa, e bevi anche tu, Elias, che hai in viso