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assai graziosa, così giovane e fresca com’ella era) cercava di calmarlo, parlandogli a voce bassa. Molti parenti erano già venuti; la casa era tutta immersa nel buio.
Elias s’avanzò silenziosamente, quasi furtivo, nella penombra della camera.
— Cos’hai? — domandò chinandosi sul bambino. — Perchè piange? — domandò poi a Maddalena.
Il bambino lo guardò coi grandi occhi lagrimosi, e stette un po’ zitto, con la boccuccia aperta e tremante; poi ricominciò a piangere; anche Maddalena sollevò gli occhi verso gli occhi di Elias, ed anche la sua bocca ebbe un tremito.
— Zitto, zitto, bello mio, — disse con voce tremante, cullando il bimbo fra le sue braccia, — fa da buono, ecco zio Elias che non vuole che tu pianga.... — Ma d’un tratto anch’essa chinò il viso sulle spalle del bambino, e si mise a piangere sconsolatamente.
— Ebbene, Maddalena, che è questo? — disse Elias fuori di sè.
Poi si allontanò come spinto da una mano invisibile: quella scena gli rimescolava il sangue; sentiva che il pianto di Maddalena non era solo per la morte del marito, e lo sguardo