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Porcheddu aveva ragione e si rattristava di dover dire addio al suo povero sogno di padre. Ma neppure questo lo smuoveva oramai dalla decisione presa.
Gli otto giorni passarono; le pratiche di prete Porcheddu erano arrivate a buon porto; monsignor vescovo s’interessava molto di questo giovine pastore che voleva dedicarsi a Dio per vocazione, e lo ammetteva subito in seminario a mezzo posto gratuito. Dietro consiglio di prete Porcheddu, Elias scrisse al vescovo una garbata letterina di ringraziamento, e ciò finì d’entusiasmare monsignore.
— Monsignore vuol conoscerti, Elias Portolu; ora non ti resta che dar la notizia ai tuoi.
— Ah! — disse Elias sospirando. — Io ho una paura...
— Quale?
— Che la cosa faccia male a quella donna. Se si potesse aspettare!
Prete Porcheddu scosse la testa.
— Tu vuoi aspettare? Tu sei ancora attaccato alle cose del mondo? Ah, ah, questo mi dispiace!
— Ebbene, — disse Elias con fermezza, — voglio dimostrarle che non sono più attaccato a nulla. Oggi stesso dò in casa la notizia.