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la cucina fu piena di gente; zio Portolu gridava incessantemente, facendo sapere a tutti che i suoi figli erano tre colombi, e avrebbe voluto trattenere a lungo tutta quella gente; ma Pietro smaniava di far conoscere ad Elias la sua fidanzata, e insisteva per uscire e condurlo con sè.

— Andiamo a pigliar aria, — diceva. — Questo povero diavolo è stato ben rinchiuso perchè lo vogliate tener qui tutta la sera.

— Ne vedrà bene dell’aria! — rispose un parente. — Quel suo volto di ragazza diventerà nero come la polvere da sparo.

— Lo credo bene! — gridò Elias, passandosi le mani sul volto, vergognoso della sua bianchezza.

Ma finalmente Pietro riusciva a farsi intendere, e stavano per uscire, quando sopraggiunse la futura suocera, una vedova magra, alta e rigida, col viso terreo avvolto in una benda nera: la accompagnavano i suoi due più giovani figli, una fanciulla ed un giovinetto già pieno di boria.

— Figlio mio! — declamò con enfasi la vedova slanciandosi a braccia aperte verso Elias. — Il Signore ti mandi fra cento anni un’altra di queste disgrazie.