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Per tutta la quaresima prete Porcheddu attese invano Elias; ne domandò notizie e seppe che il giovane ritornava spesso in paese, ed allora cadde in sospetto.

— Deve esser ricaduto! — pensò. — Ed io faccio una bella figura con monsignore, adesso che le pratiche, perchè quel giovane entrasse in seminario, mi erano riuscite bene. Prete! prete! altro che prete vuol farsi! Eppure bisogna metter riparo, perchè altrimenti, oltre il resto, può succedere una tragedia in quella casa? — Allora egli stesso andò in cerca di Elias finchè riuscì a trovarlo.

— Ti ho atteso, — gli disse, guardandolo fisso negli occhi. Ma gli occhi di Elias, freddi e malvagi, sfuggirono lo sguardo dell’uomo di Dio: e il suo viso era sparuto, arso dalla passione e dal peccato.

— Non ho potuto.

— Perchè non hai potuto?

— Ho pensato bene; sono indegno di comunicarmi, e la mia decisione, per il resto, non è ancora ben presa. C’è tempo, prete Porcheddu!

C’è tempo Elias? Cosa dici tu, Elias! Guai a chi aspetta l’indomani! Tu sei ricaduto in peccato, il demonio ti trascina.