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Finalmente prete Porcheddu rientrò; era sempre lo stesso, rosso ed allegro, ed accolse Elias con esclamazioni di gioia, ma guardandolo fisso e maliziosamente.
“Anche lui indovina!„ pensò il giovine, a si sentì impallidire di vergogna e d’angoscia.
— Devo parlarle.... — mormorò.
— E questa vecchia quercia? — chiese prete Porcheddu, volgendosi verso zio Martinu. — Andiamo, andiamo sopra. Annesa, porta il caffè, ed anche altro, se ne hai.
— Adesso io me ne vado, — disse zio Martinu.
— Ti aspetterò a casa tua, Elias Portolu. Buon giorno, signor prete; le raccomando questo giovanotto. — Ma prete Porcheddu non lo lasciò andare finchè zia Annesa non ebbe versato un calice di acquavite, poi un altro calice ancora.
Poi zio Martinu tornò dai Portolu e attese seduto accanto al focolare. Quando Elias rientrò, Maddalena era ancora assente, ed egli ne fu contrariato, ma non più come un’ora prima. No. Ora avrebbe voluto rivederla per dimostrare a sè stesso ed un po’ anche a zio Martinu, quanto oramai era forte; l’avrebbe guardata senza passione nè desiderio, con occhi puri e pentiti.