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tristezza mortale non gli concedeva riposo nè di giorno nè di notte: e sentiva che ritornando in paese e rivedendo Maddalena non avrebbe più resistito contro la tentazione.
Allora andò nuovamente in cerca di zio Martinu, attraversò la tanca, saltò il muro e s’inoltrò nel bosco. Era una notte limpidissima di luna; il vento passava sull’alto degli alberi, suscitando un fremito sonoro e continuo; ma dentro il bosco, sotto i soveri, non si muoveva una foglia. La luna passava tra i rami, limpida, tranquilla; negli sfondi d’argento altri profili di boschi si disegnavano neri come montagne. Pareva la selva dei racconti delle fate.
Elias camminava; i suoi occhi acuti distinguevano gli scoscendimenti del terreno, i tronchi nell’ombra, ogni piccola macchia; da lontano vide che la capannuccia di zio Martinu era illuminata, e improvvisamente, nella tristezza che lo sospingeva, si sentì sollevato.
Ah! finalmente poteva dire a qualcuno l’orribile segreto che gli schiacciava il cuore, e chieder aiuto e consiglio; ma arrivato alla capanna salutò zio Martinu e ripiombò nella disperazione. Che poteva fargli quel vecchio? Che dirgli? Il fatto era fatto, e cascasse il