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di esser diventato un ladro, e si stupiva e si spaventava del suo improvviso mutamento. — Bisogna che me ne vada, e che non ritorni più — pensò finalmente.
Si decise e partì, con sollievo di sua madre, che aspettava quel momento con trepidanza. Maddalena rimase al suo posto, e non sollevò neppure quelle sue larghe palpebre violacee di Madonna addoloratissima; ma egli nel partire l’avvolse in uno sguardo disperato, e s’avviò con la morte nel cuore.
Un dolore grave, tragico, lo prese da quel giorno: cominciò a disperare di sè stesso e di tutto, e ad odiare i suoi simili. Fino ad allora la sua disperazione e il suo bisogno di solitudine avevano avuto qualche cosa di mite e di buono; ora diventavano cattivi, acri, accompagnati come erano da un istintivo desiderio di vendetta. Elias Portolu sentiva che la sorte, la malvagia sfinge che tormenta gli uomini, era stata ingiusta con lui: egli aveva cercato di fare il bene, sacrificando sè stesso, e invece il bene gli si era convertito in male. Perchè? Quale fatalità aveva il diritto di giuocarsi così degli uomini? Nella immensa solitudine della tanca, sotto il pallido cielo d’autunno, nel misterioso dolore del paesaggio