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l’uscio della cameretta cominciò a dir barzellette, ridendo col suo riso forzato, senza accorgersi del dolore mortale che paralizzava il figlio.

— Lo vedete su bellu mannu,1 il fiorellino di casa nostra, che voleva morire proprio il giorno in cui suo fratello si sposava? Son cose da farsi queste? Eh, ma io ti ho veduto sulle pietre, l’altra sera, e dissi fra me: il colombo vuole ammalarsi. Poi andiamo, lo troviamo lì sotto quell’albero, come morto, e lo dobbiamo portar qui sopra un carro. Se son cose da farsi! Ah, tu hai il volto bianco come la cenere, Elias, eh, eh, vuoi da bere? Eh, eh, il vino guarisce tutti i mali. Tuo fratello s’è sposato, lo sai? Ti alzerai, poi, e berremo alla salute degli sposi.

— Lascialo in pace — disse zia Annedda con voce sommessa, tirandogli la falda del cappotto. Ed egli tacque, fissando con tristezza gli occhi chiusi di Elias.

Gli sposi erano rimasti nel cortile, circondati dai parenti: in verità la conversazione non era molto animata; si sentiva ancora intorno una pesantezza, una noia, che il contegno timido

  1. Il bello grande, il molto bello, il bellissimo.