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— Sto male, — diceva Elias, non per scusarsi, ma perchè aveva una folle paura che zio Portolu venisse ad indovinare il suo segreto.

— Se stai male, cùrati o muori; io non voglio vedere gente debole attorno a me, voglio veder dei leoni, voglio veder delle aquile, e tu sei una lucertola.

— Lasciatemi in pace, babbo mio, — supplicava Elias, allontanandosi infastidito.

— Va al diavolo! Va al diavolo! — gli urlava dietro zio Portolu; ma quando si trovava solo, il vecchio si rattristava, si sentiva anche lui il cuore piccolo come quello d’un uccellino.

— Sta a vedere che Elias s’ammala. Ah, no. San Francesco mio, pigliatevi me, ma lasciate vivi e forti i miei figliuoli! I miei figliuolini! I miei colombi! Gli uccellini miei! Ah, che essi sieno felici, e che zio Portolu muoia pure disperato. Elias, Elias, perchè non ti curi! Che farò io senza di te? Farò venire tua madre, ti farò tornare con essa in paese; ed essa ti metterà a letto e ti farà le medicine con le erbe, col sale, con le sante medaglie, come essa le sa fare.

Intanto Elias errava qua e là, triste, dispe-