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V.


Venne l’estate. Tutta la tanca diventò d’un bel giallo pallido, tranne nelle macchie e lungo la riva del ruscello dove la vegetazione prese un rigoglio tropicale. Che profonde dolcezze di sfondi c’erano adesso laggiù, nei mattini splendenti, nei crepuscoli d’oro-roseo, nelle notti brillanti di stelle, purissime, quando la luna nuova calava misteriosamente sui boschi taciti!

Elias si struggeva d’amore e di tristezza, ma non faceva un proposito, non un passo che arrestasse gli avvenimenti. Intanto il tempo passava; Pietro aveva avuto una magnifica raccolta, e le nozze dovevano celebrarsi tra pochi giorni. Elias non aveva più riveduto zio Martinu, e non cercava di rivederlo; ne aveva quasi paura, perchè invece di conforto il vecchio, che pure passava per un sapientone, gli aveva messo l’inferno nell’anima.